ANTROPOLOGIA
DELL'IMMAGINE SACRA
Nascita
della Vergine
di
Roberto Libera
Il
dipinto preso qui in esame è attualmente ospitato nel Museo
Diocesano di Albano; precedentemente era annoverato tra le opere
di arte sacra della Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Albano
Laziale.
Il soggetto rappresentato è particolarmente interessante:
si tratta, infatti, della Nascita della Vergine. Non è a
tutti noto il racconto riferito alla nascita della madre di Gesù,
e uno dei motivi principali è che tale tradizione non è
rintracciabile nei quattro Vangeli canonici, è narrata, infatti,
nei Vangeli apocrifi.
Per avere notizie della genitrice della Vergine Maria dobbiamo rivolgerci
a due dei Vangeli apocrifi: il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo
dello pseudo-Matteo.
Sia il primo che il secondo trattano della nascita miracolosa di
Maria, della sua infanzia al tempio di Gerusalemme, del matrimonio
con Giuseppe e, infine, della nascita di Gesù. Nonostante
non siano stati contemplati tra i Vangeli ufficiali, la tradizione
cristiana ha accettato alcuni eventi contenuti nei due testi, relativi
alla vita di Maria e dei suoi genitori Anna e Gioacchino.
Nel dipinto qui descritto, un olio su tela datato al XVII secolo,
la Nascita della Vergine mostra una evidente influenza della pittura
fiamminga.
Allo sguardo dellosservatore si mostra un ambiente familiare,
tutto immerso nella penombra, illuminata solo a tratti da luci sapientemente
indirizzate. Sullo sfondo SantAnna, è distesa sul letto,
riposa dopo aver dato alla luce Maria. Il suo capo è coronato
da unaureola e il suo volto è rischiarato da una luce
mistica che la illumina rispetto alla semioscurità che avvolge
pudicamente il letto. Sette ancelle sono intente a svolgere le attività
che accompagnano lavvenuta maternità. La presenza di
un numero così elevato di domestiche non deve stupire, secondo
i Vangeli apocrifi, infatti, Gioacchino, il padre di Maria, era
un uomo estremamente ricco.
In primo piano, al centro dellintera scena, lignoto
autore di questa bella tela ha mirabilmente concentrato la maggiore
quantità di luce, la cui origine purissima scaturisce dalla
protagonista dellintera opera: Maria infante.
Una delle ancelle tiene in grembo la piccola Maria, e si accinge
a fasciarla, coadiuvata dalla collega più giovane. In realtà
il gesto dellancella, la posizione della neonata e la luce
miracolosa che la circonda, sono effetti sapientemente studiati
dallartista per accompagnare lo sguardo dello spettatore a
concentrarsi sullinfante.
Latmosfera domestica è sovrastata da una calda luce
di origine divina che, miracolosamente, irrompe dal cielo annullando
la materialità della dimora che ospita levento; due
angeli sono giunti per osservare il felice avvenimento, uno dei
due tiene una ghirlanda nella mano sinistra, protesa verso Maria,
costituita da rose e tulipani. Entrambe i fiori sono associati allimmagine
della Madre di Dio, definita giglio tra i cardi, in
quanto il giglio, col suo candore, rappresentava il simbolo della
verginità, e rosa mistica per la sua valenza
simbolica associata allamore.
Nella penombra dello sfondo, appena rischiarata dalla luce celeste,
si percepisce la presenza di una scalinata, preludio dellascesa
al Cielo di santAnna e dellAssunzione di Maria.
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